ترجمة قصيدتي إلى اللغة الإيطالية من الأستاذة تغريد بو مرعي
شكرا
مرآة
© يقين حمد جنود
ترجمة إلى الإيطالية: تغريد بو مرعي
أمامَ وردةٍ…
تَقاسَمْنا عُريَ المُشاهَدة…
ولم نَتَقاسَمْ أبدًا سُريالِيَّتَها…
…
أمامَ وردةٍ
وَقَفَ #العالِمُ يُحَلِّلُ عَناصِرَها…
يَقرأُ تَركيبَ أوراقِها،
يَنبُشُ في سِرِّ النَّوعِ،
يُفكِّكُ ويُحَلِّلُ،
ثُمَّ يُحَدِّدُ نَوعًا وتَركيبًا
ووَظيفةَ عِطرِها،
مُنتَصِرًا
بإضافةِ اسمٍ جديدٍ لسُلالةِ الأحياءِ…
…
يَقِفُ #الفنّانُ
يَمُدُّ بَصَرَهُ عليها،
يَلتَقِطُ لَحظةَ الضَّوءِ في ثَناياها،
يَفرِشُ ألوانَهُ وريشاتِ رَسمِه كمائِدةٍ،
ولَن يَكتَفِيَ قبلَ أن
يُحِيلَها فمًا يَتَكلَّمُ فوقَ قُماشٍ صامِتٍ…
…
تَقِفُ #سَيِّدةٌ أربعينيَّةٌ
تَشُمُّ عِطرَها…
ثُمَّ تقولُ:
جميلةٌ لِشُرفَةِ مَنزلي…
وشُبّاكِ غُرفتي…
…
تُضيفُ أُخرى:
إنَّ أوراقَها عِلاجٌ للصُّداعِ
وبَتَلاتِها شِفاءٌ…
…
يَقِفُ #عاشِقٌ حالِمٌ
لا يَراها، بل يَرى من خِلالِها ابْتِسامَةَ حَبيبتِه، ولمعةَ عَينَيها…
يَقطِفُها ويَمضي مُسرِعًا…
…
أمامَ الوردةِ…
يَقِفُ #الشّاعِرُ، وفي صَدرِه رَعشةٌ وُلِدَت حينَ رُؤْيَتِها…
وُلِدَت من سُكونِ النَّظرَةِ…
…
أنا لا أَراها… أَرى نَفسي،
أَسمَعُ نَبضًا في أوراقِها،
يُحاوِرُني صَمتُ عِطرِها…
أنا الشّاعِرُ، #مُتورِّطٌ_في_ذاتي،
#مُتورِّطٌ_في_المَعنى…
لا شيءَ يَبقَى خارجيًّا بالنِّسبةِ لي…
زَهرةٌ بَعيدةٌ
تُولّدُ في داخِلي الحنينَ،
تُثيرُ حُبًّا،
تَعصِفُ حُزنًا…
تَتَشَكَّلُ معها عَوالِمُ كثيرةٌ…
…
أُحاوِلُ أن أَبحَثَ في انكِسارِ الضَّوءِ…
من أَيِّ زاوِيةٍ كانوا جَميعًا يَنظُرون؟؟؟
ولِماذا #أُبصِرُ ما لا يُبصِرون؟…
…
تَرجِعُ الوردةُ خُطوَةً للوراءِ،
ثُمَّ تقولُ:
لستُ أنا…
إنَّما وَجهٌ جديدٌ يُشبهُ وَجهَكِ في الحُقولِ…
—
أنا وجهُ الماءِ المَصقولُ،
أعيُنٌ تأتي… وأُخرى تَذهَبُ،
أيادٍ تَزرَعُ، وأُخرى تَحصُدُ،
وأَبقَى
أبقى احتمالًا وكم يَطُولُ؟
والحَقُّ، كُلُّ الحَقِّ،
الكُلُّ يَمضي وهو يَحمِلُ شيئًا من ذاتِهِ،
جاء به …
لا مِنِّي…
لا من الفُصولِ…
SPECCHIO
© YAQEEN HAMAD JANNOUD
traduzione in italiano: TAGHRID BOU MERHI
Davanti a un fiore
Abbiamo condiviso la nudità dello sguardo…
Ma non abbiamo mai condiviso il suo surrealismo…
Davanti a un fiore
Si ferma lo scienziato ad analizzarne gli elementi,
Legge la composizione delle sue foglie,
scava nel segreto della specie,
scompone e analizza,
poi definisce un nome, una struttura,
e la funzione del suo profumo,
trionfando nell’aggiungere un nome nuovo alla stirpe dei viventi…
Si ferma l’artista,
posa lo sguardo su di lei,
cattura l’attimo della luce tra le sue pieghe,
stende i suoi colori e i pennelli come un banchetto,
e non si accontenta finché non la trasforma in una bocca
che parla sopra una tela muta…
Si ferma una signora di quarant’anni,
annusa il suo profumo e poi dice:
“è bella per il balcone di casa mia,
o per la finestra della mia stanza…”
Aggiunge un’altra:
“le sue foglie sono una cura per il mal di testa, e i suoi petali sono medicina…”
Si ferma un amante sognante,
non la vede, ma attraverso lei vede
il sorriso della sua amata
E il luccichio dei suoi occhi…
La coglie e va via in fretta…
Davanti al fiore si ferma il poeta,
e nel suo petto un brivido nasce alla sua vista,
nato dalla quiete dello sguardo…
Io non la vedo… vedo me stesso,
ascolto un battito nelle sue foglie,
mi parla il silenzio del suo profumo…
io sono il poeta,
intrappolato in me stesso,
intrappolato nel senso…
nulla rimane esterno per me…
Un fiore lontano genera dentro di me nostalgia,
risveglia amore,
agita tristezza…
con lei si formano mondi infiniti…
Cerco di scrutare nella rifrazione della luce:
Da quale angolo la guardavano tutti?
E perché io vedo ciò che loro non vedono?…
Il fiore fa un passo indietro e dice:
“non sono io…
Sono un volto nuovo che somiglia al tuo nei campi…”
Sono il volto dell’acqua levigata,
occhi vengono… e altri se ne vanno,
mani seminano… altre raccolgono,
e io resto,
resto come possibilità… e quanto a lungo?
La verità, tutta la verità è che
tutti se ne vanno portando qualcosa di sé,
Che hanno portato con loro…
Non da me…
Non dalle stagioni…