COME UN LIBRO DIMENTICATO
Scritto dal poeta albanese RIFAT ISMAILI e tradotto dalla poetessa e traduttrice libanese-brasiliana TAGHRID BOU MERHI
Hai presente quel vecchio libro posizionato in un angolo della biblioteca, in alto, sui ripiani superiori, dove serve una scala per salirci e prenderlo? Un libro con una copertina spessa, che aspetta e aspetta stoicamente, la mano delicata di qualcuno che lo prenda da lì, lo posi sul tavolo insieme agli altri libri e lo sfogli con curiosità, assorbendo con sete la conoscenza che custodisce al suo interno.
Così sono diventato anch’io con il passare degli anni. Un libro dalla copertina chiusa e austero, impolverato, dimenticato, messo da parte, silenzioso e senza parole. Sto lì e rimugino pensieri, passando il tempo in una sorta di “sonnolenza” finta, navigando con la fantasia come una barca tra cieli e mari, immaginando e incontrando gli eroi dei libri della mia infanzia ma anche di quelli dei giorni nostri.
Sto lì e costruisco in silenzio un altro mondo dentro il mondo, senza vanità, senza delirio o senso di grandezza. Solo se mi prendi tra le mani, mi sfogli con delicatezza, mi leggi e mi parli dolcemente, comincio a risvegliarmi, e pagina dopo pagina divento più loquace, più libero nei sentimenti, finché mi riattivo e inizio a parlare senza sosta. In quel momento, quando la mia mente lavora come un orologio senza fermarsi, mi piace, attraverso le mie riflessioni, soffermarmi sugli eterni viaggiatori del pensiero, bere un po’ d’acqua dalla sorgente delle loro idee adornate da parole e detti d’oro, ricordare le loro imprese trasmesse di secolo in secolo e poi riprendere il mio cammino da solitario, come un viaggiatore affetto dalla malattia del vento che, sonnambulo, si dirige verso luoghi dove si odono richiami di gabbiani e onde che si infrangono sulle rive.
In una di queste soste tra fantasia e libri, ricordo anche i grandi pensatori dell’Oriente, e uno in particolare: Rumi.
Ora, tutti sappiamo che Rumi era un grande pensatore orientale. Il problema è che, per quanto possiamo pensare come lui e gli altri che hanno avanzato il pensiero umano, migliorato la vita e accresciuto la consapevolezza, non riusciamo ad applicare tutto quel patrimonio straordinario di saggezza nella vita quotidiana. Perché la società in cui viviamo non ha alcuna somiglianza con quella in cui ha agito Rumi o altri come lui. La nostra società sembra come se qualcuno – forse un mostro – l’avesse afferrata per la gola e le stesse togliendo il respiro. Questo mostro si chiama materialismo, consumismo, capitalismo, globalizzazione, chiamatelo come volete e come preferite.
Ha ragione Rumi, questo grande viaggiatore del sapere, con la sua straordinaria saggezza. Ma per noi quasi aliena, come venisse da un altro pianeta, anestetizzata, inapplicabile nella pratica. Perché abbiamo la sfortuna di vivere in una società materialista e artificiale. Una società in cui, se provi a opporre resistenza al pensiero dominante, ti si rivoltano contro e ti scaraventano senza pietà fuori dal sistema, e in un batter d’occhio ti ritrovi nudo, escluso da tutto, un emarginato e disprezzato, un pericolo per la società.
Quindi, il problema non sta nella ribellione come popolo, ma nello spirito del cambiamento. Ha più importanza un personaggio del Grande Fratello, qui da noi, che uno scrittore importante. Questo è uno dei tanti paradossi, tra le innumerevoli assurdità ormai quotidiane.
Tutto superficiale, tutto interessato. Tutto in vendita: il corpo e i sentimenti. Una società come un vino acido, che appena lo assaggi ti viene da vomitare. Senza ideali, senza scopi. Una società stanca, inginocchiata, con i gomiti a terra. Una società che promuove principalmente i non-valori. E come sono le società, così sono anche le persone!
Per questo spesso mi sento come un libro dimenticato in fondo a una biblioteca, dove spesso manca la luce e nessuno che passa si ricorda più della mia presenza di scrittore. Qualcuno che macina migliaia e migliaia di pensieri per poi rimasticali. Un silenzio represso, giorni che vanno e vengono senza splendore.
مثل كتاب منسي
© بقلم الشاعر الألباني رفعت إسماعيلي ، تم ترجمته بواسطة الشاعرة والمترجمة اللبنانية البرازيلية تغريد بو مرعي
هل تعرف ذلك الكتاب العتيق الموضوع في زاوية من زوايا المكتبة، في الأعلى على الرفوف العليا، حيث تحتاج إلى سلّم لتصعد وتتناوله؟ كتاب ذو غلاف سميك، ينتظر برباطة جأش يدًا رقيقة تلتقطه من هناك، وتضعه على الطاولة بين الكتب الأخرى، وتقلّب صفحاته بفضول، لتنهل بظمأ من المعرفة التي يخفيها في داخله.
هكذا أصبحت أنا أيضًا مع مرور السنوات. كتاب بغلاف مغلق صارم، مغطى بالغبار، منسي، موضوع جانبًا، صامت بلا كلمات. أبقى هناك وأجترّ أفكاري، أقضي الوقت في نوع من “السبات” المزيّف، أبحر بالخيال كقارب بين السماوات والبحار، أتصوّر وألتقي أبطال كتب طفولتي وكذلك كتب أيامنا هذه.
أبقى هناك وأشيّد في الصمت عالمًا آخر داخل العالم، بلا غرور، بلا جنون عظمة. فقط إن أخذتني بين يديك، وقلّبتني برفق، وقرأتني وخاطبتني بلطف، أبدأ بالاستيقاظ، صفحةً بعد صفحة أصير أكثر إفصاحًا، أكثر تحررًا في المشاعر، إلى أن أنبعث من جديد وأبدأ بالكلام بلا توقف. في تلك اللحظة، حين تعمل ذهنيتي كساعة لا تتوقف، يسعدني أن أتأمل من خلال تأملاتي في أولئك الرحالة الأبديين للفكر، أن أشرب قليلًا من ماء ينابيع أفكارهم الموشّاة بالكلمات والأقوال المضيئة كالذهب، أن أستذكر إنجازاتهم المنقولة من قرن إلى قرن، ثم أعود لأسلك طريقي وحيدًا، كمسافر مبتلى بمرض الريح، يسير كالمسحور نحو أماكن يتردّد فيها صدى نداءات النوارس وضجيج الأمواج المتكسّرة على الشواطئ.
وفي إحدى هذه المحطات بين الخيال والكتب، أتذكر أيضًا كبار مفكري الشرق، وأحدهم على وجه الخصوص: جلال الدين الرومي.
الآن، كلنا نعرف أن الرومي كان مفكرًا شرقيًا عظيمًا. المشكلة أننا، مهما حاولنا أن نفكر مثله ومثل الآخرين الذين تقدّموا بالفكر الإنساني وحسّنوا الحياة وزادوا الوعي، لا نستطيع أن نطبّق ذلك الإرث المدهش من الحكمة في حياتنا اليومية. لأن المجتمع الذي نعيش فيه لا يشبه على الإطلاق المجتمع الذي عاش فيه الرومي أو غيره من العظماء. مجتمعنا يبدو وكأن كائنًا ما – ربما وحش – قد أمسكه من عنقه وأخذ يخنقه. هذا الوحش يُسمّى المادية، الاستهلاكية، الرأسمالية، العولمة… سمِّه بما تشاء.
الرومي محق، هذا الرحّالة العظيم في دروب المعرفة، بحكمته الفريدة. لكنها بالنسبة إلينا تكاد تكون غريبة، وكأنها آتية من كوكب آخر، منوّمة، غير قابلة للتطبيق. لأن حظنا العاثر جعلنا نعيش في مجتمع مادي مصطنع. مجتمع، إن حاولت أن تقاوم فيه الفكر السائد، ينقلب عليك بلا رحمة ويلفظك من النظام، وفي طرفة عين تجد نفسك عاريًا، مقصيًا عن كل شيء، منبوذًا محتقرًا، خطرًا على المجتمع.
المشكلة إذن لا تكمن في تمرّد الشعب، بل في روح التغيير. عندنا، شخصية من برنامج الأخ الكبير أهم من كاتب بارز. وهذا واحد من مفارقات كثيرة بين آلاف السخافات التي صارت يومية.
كل شيء سطحي، كل شيء مصلحي. كل شيء معروض للبيع: الجسد والمشاعر. مجتمع كالنبيذ الحامض، ما إن تتذوقه حتى تشعر بالغثيان. بلا مثل، بلا أهداف. مجتمع متعب، راكع، متهالك على مرفقيه. مجتمع يروّج بالأساس للا-قيم. وكما تكون المجتمعات، كذلك يكون الناس!
لهذا كثيرًا ما أشعر أنني كتاب منسي في قاع مكتبة، حيث غالبًا ما يغيب الضوء، وحيث لم يعد أحد المارّين يتذكر وجودي ككاتب. شخص يطحن آلاف وآلاف الأفكار ليعيد مضغها مرارًا. صمت مكبوت، وأيام تمضي وتعود بلا بريق.